I Lavoratori della solfara

Questi operai iniziavano la loro giornata ancor prima che facesse giorno, facendo spesso dei chilometri per raggiungere la miniera. 

Durante il tragitto essendo ancora scuro,  si  facevano luce con la lampada a carburo (citulena), che poi adoperavano per scendere e lavorare in miniera.

Citulena

A citulena, è una lampada alimentata con l'acetilene che mischiata all'acqua produceva un gas che accendeva una fiammella, (questo gas era molto pericoloso, poteva anche espodere). Veniva usato dai minatori per farsi luce all'interno delle gallerie.

I minatori partivano dal loro paese per la miniera (quasi sempre a piedi), per fare ritorno poi nelle loro misere case soltanto al tramonto.


Ognuno di loro aveva un compito ben preciso e definito, tutto veniva svolto manualmente poiché in quel periodo non esistevano dei macchinari in grado di sollevarli dai lavori più pesanti. 
Le mansioni erano:  

Il Capomastro
Figura molto importante era quello che dava le disposizioni sul da farsi.
Uomo di grande esperienza acquisita in lunghi anni di lavoro. Veniva interpellato dai periti minerari, che si fidavano molto delle sue decisioni.  

I Pirriatura
o picconieri, erano quelli che col piccone estraevano le mine lo zolfo.  Lavoravano a giornata o a canna di avanzamento nelle gallerie. Durante il lavoro stavano quasi completamente nudi per l’immane calore a cui erano sottoposti.

I Spisalora
addetti alla ricerca di nuovi strati di zolfo, a realizzare ventilatoi, acquedotti o ad eseguire opere giornaliere di manutenzione della miniera.

Gli Acqualora
il loro lavoro consisteva nel liberare gli strati dello zolfo con l’acqua.
In quei casi in cui la miniera ne era sprovvista venivano usati per il trasporto di questa, otri, quartara e lanceddi (recipienti di creta) e in qualche caso sporadico delle macchine idrauliche;

I Scarcaratura
riempivano di zolfo i calcaroni per la fusione.
Terminata l’operazione li svuotavano per riempirli nuovamente. La riuscita della fusione dipendeva dall’esatto riempimento dei calcaroni e dei forni, si curavano anche di predisporre i curritura e i pupalora, nonché di mettere il materiale più grosso nelle parti più basse, mentre quello minuto nel cono superiore.

Gli Arditura
si occupavano del funzionamento dei calcaroni e a ricevere lo zolfo fuso (ogliu) nelle gavite, dove si raffreddava e si rassodava, terminata questa fase veniva raccolto in balate.

I Carrittera 
il loro lavoro consisteva nello spingere i vagoni sulle rotaie, e trasportare il minerale ai luoghi di scarico sia all’interno che all’esterno della miniera.  

I Carusi
a volte anche caruse, ragazzi dai 7 ai 18 anni che trasportavano lo zolfo estratto dai picconieri, all’esterno delle miniere o vicino ai vagoni.  

 I Ricevitori e i Marchieri
talvolta uno stesso lavoratore espletava l’una e l’altra mansione. I ricevitori, che stavano all’ingresso del pozzo, erano operai addetti a ricevere i vagoni all’interno ed all’asterno della miniera. I marchieri avevano l’incarico di annotare su tabelle apposite il numero dei vagoni che ciascuna partita mandava fuori.  

   


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