La poesia

L’origine della poesia e alquanto antica. 
Essa nasce con lo scopo di conservare e trasmettere alle genti, fatti, vicende, avvenimenti importanti, la storia di un popolo, etc..
Venivano tramandati quei valori etici, culturali, antropologici che sono alla base di una moderna civiltà.
Questi "poeti" riportavano il tutto a memoria, non esistendo in quel periodo  la scrittura, cosa che avvenne più tardi.

Si pensa risalga ai popoli che abitavano il baltico e precisamente la Finlandia, (XVIII secolo a.C.) prima che questi si spostassero e si trasferissero nel mediterraneo, in Grecia, dando origine alla civiltà Egea.

Essi portarono con se: miti, canzoni e racconti epici, che narravano di onore, gloria, amore, rispetto per i morti, rispetto per il padre e la madre, alternando mito e leggenda; questi erano gli Aedi o Cantori.

Da qui le riflessioni di Michel de Mountaigne (1533-1592) e Gian Battista Vico (1668-1744) studiosi dei classici greci e romani e in special modo di Plutarco (120 a.C.). Essi ipotizzarono l’origine dei Poemi Omerici (IX secolo a.C.), sostenendo che le vicende narrate non avvennero in Grecia ma nel baltico e che non furono scritti da Omero come si credeva ma che esistettero più Omeri, e che tra l’Iliade e l’Odissea vi era una differenza di 50 anni.

Oggi tutto questo viene dimostrato da recenti scoperte fatte dal Prof. Felice Vinci un ingegnere nucleare che da oltre un decennio studia la questione Omerica, che ha fatto delle scoperte che dimostrerebbero le ipotesi fatte da Plutarco.

Dopo che la tradizione orale venne trasformata in scritti, i primi a portare in giro queste narrazioni furono i Rapsodi una sorta di cristallizzatori cioè coloro che imparavano a memoria questi scritti e li riportavano alla lettera senza intaccarli.

Poi fu la volta dei cantori dei menestrelli e dei cantastorie, che spaziarono e a volte trasformarono le storie dando vita a ballate, canzoni e racconti epici.

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