La Baronessa di Carini





        



La Baronessa di Carini
è un mitico personaggio della cultura popolare siciliana, che ha costituito insieme ai Beati Paoli ed altre storie, un filone culturale che oltre a trasmettersi attraverso testi scritti, si diffuse anche nella tradizione orale.

Una ballata popolare del '500, tramandata per generazioni grazie ai cantastorie, tradotta in italiano e in francese.
I cantastorie basarono molto la storia mettendo in risalto la relazione sentimentale che coinvolse i due protagonisti: un amore talmente forte da sconfiggere anche la morte.

La storia racconta di Laura Lanza di Trabia, figlia di Cesare Lanza conte di Mussomeli e di Lucrezia Caetani, che sposò a soli 14 anni, nel 1543, Vincenzo La Grua signore di Carini, paesino nelle vicinanze di Palermo.
Nel 1563 venne barbaramente uccisa dal marito, perchè colta in flagrante adulterio nel castello di carini con il grande amore della sua vita, Ludovico Vernagallo
un noto nobilotto del luogo
Un alone di mistero ha sempre circondato il delitto, trasfigurandolo nella leggenda, appassionando diversi studiosi e ispirando la tradizione orale.

Altre Notizie:
La storia nel 1975 diventa un celebre sceneggiato televisivo in quattro puntate: 'L'amaro caso della baronessa di Carini'.
Lo sceneggiato, scritto da Lucio Mandarà e diretto da Daniele D'Anza, vantava interpreti come Ugo Pagliai, Janet Agren, Adolfo Celi, Paolo Stoppa e Vittorio Mezzogiorno. La canzone dei titoli di testa era interpretata da Gigi Proietti che, come un antico cantastorie, introduceva il pubblico nel mistero della leggenda.
I fatti non erano più ambientati nel '500, ma nel 1812, in un'epoca napoleonica alla vigilia della stipula della prima costituzione liberale. Luca Corbara (interpretato da Ugo Pagliai) era chiamato ad accertare, per conto del Ministro delle Finanze, la legittimità del possesso di alcuni feudi: si imbatteva così nel feudo di Carini, noto per la tragica e inquietante storia d'amore di tre secoli prima, raccontata con una buona dose di suspence mescolando intrighi e magia. Nel remake l'azione si sposta nel 1860, alla vigilia dello sbarco dei Mille di Giuseppe Garibaldi.

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In questo cartellone, quello che viene divulgato è il messaggio d’amore nella tragedia; la classica tragica realtà del padre padrone, del pater familias, padrone di vita e di morte, sui propri figli e sui suoi sudditi.

Da notare:
nel quadro n. 2  “LA MANTE“ (l’amante)
nel quadro n. 3  “SCEDE A LAMORE“
(cede all’amore)
nel quadro n. 5-6  “DON CESARI“ (Don Cesare)
nel quadro n. 7  “DISPERAZZIONE“ (disperazione)

Questi errori ortografici fanno notare l’origine popolare siciliana dell’artista che ha creato il cartellone.

NOTE: Fino a dopo la metà degli anni 50 in Sicilia purtroppo, il cosiddetto “ delitto di onore “ era una valida attenuante per gli omicidi più esecrabili.  

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