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Per conto di Lorenzo svolse
numerose missioni ufficiali guadagnando grande stima e influenza
all’interno della corte medicea. Dopo il 1471 il suo prestigio cominciò
gradualmente a calare; di cultura non vastissima anche se non
superficiale, Pulci era infatti legato al recupero della tradizione
popolare attraverso canoni espressionisti, indirizzo letterario che
aveva attratto inizialmente il giovane Lorenzo ma che era stato superato
ben presto dal più raffinato neoplatonismo ficiniano. L’opera di maggior spicco nel
corpus di Pulci è il poema in ottave Morgante, commissionatogli
da Lucrezia Tornabuoni. Completato già prima del 1470 venne pubblicato
soltanto otto anni più tardi, in 23 canti; una seconda edizione del
poema, in 28 canti, fu pubblicata nel 1478. Si tratta di una parodia dei
poemi epico-cavallereschi in cui l’attenzione dell’autore è volta
soprattutto a creare una lingua che fonda tecnicismi e voci dialettali
fortemente espressive, a scapito dell’intreccio molto spesso meccanico
e schematico. Altre opere di Pulci sono l’Epistolario,
numerosi sonetti e favole villerecce, la Giostra di Lorenzo
in 160 stanze e un Vocabolarietto di lingua furbesca. Note biografiche a cura di Daniela Vangale da www.liberliber.it |